Uso prolungato va di pari passo con le malattie cardiovascolari
Il prolungato uso di antibiotici va di pari passo a un rischio maggiore per il cuore delle donne che hanno superato i 40 anni. E' quanto emerge da uno studio pubblicato online sullo European Heart Journal. Le malattie cardiovascolari, come l'infarto, l'angina pectoris e l'ictus, sono tra le principali cause di invalidità e mortalità in Italia, come nel resto del mondo. Per indagare la relazione con l'uso di antibiotici, i ricercatori della Tulane University di New Orleans, negli Stati Uniti, hanno seguito per un periodo di quasi 8 anni, circa 36.500 donne in buone condizioni di salute. Hanno così osservato come le donne che, durante il periodo di studio, avevano usato più a lungo antibiotici, presentavano più spesso i tipici fattori di rischio di malattie cardiovascolari, come indice di massa corporea più elevato, ipertensione, colesterolo alto e diabete.
Durante gli 8 anni, 1.050 donne hanno sviluppato malattie cardiovascolari. Ma le donne con più di 40 anni che avevano assunto antibiotici per 2 o più mesi avevano un più alto rischio di andarvi incontro rispetto a coloro che non ne avevano assunti. Il motivo più frequente delle cure a base di antibiotici, erano le infezioni respiratorie, a seguire quelle del tratto urinario e dentali. Lo studio, spiegano i ricercatori, "non può dimostrare che questi farmaci causino malattie cardiovascolari ma solo che esiste un'associazione". Quanto al motivo, "potrebbe risiedere nell'alterazione del microbiota intestinale". Studi precedenti, inoltre, "suggeriscono che l'uso di antibiotici può essere correlato a processi infiammatori e aumento di peso, che rappresentano, a loro volta, fattori di rischio per le malattie cardiovascolari".
fonte: European Heart Journal
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